Sentiamo parlare del problema della plastica tutti i giorni, ma quest’anno ci abbiamo sbattuto il naso.
Abbiamo visitato moltissimi paesi nel mondo ma il Vietnam è uno dei pochi che abbiamo sentito la necessità di visitare una seconda volta. Ciò che ci ha affascinato di più è la gentilezza e l’estrema disponibilità anche verso gli stranieri dei suoi abitanti, (il che considerata la storia travagliata del paese è sorprendente). Subito dopo ci ha conquistati la bellezza dei suoi paesaggi e l’interesse dei suoi numerosi monumenti e siti archeologici.
Quest’anno ci siamo concentrati tra i villaggi delle montagne del Nord del paese (in prossimità del confine cinese) e i villaggi di pescatori nel Sud.
UNO SPETTACOLO DESOLANTE
Tuttavia proprio mentre sui giornali si leggeva che sono stati rinvenuti frammenti di microplastiche addirittura nel tessuto cardiaco umano, a dimostrazione della pericolosità e della pervasività dell’inquinamento dovuto ai rifiuti plastici, ci siamo trovati di fronte a spettacoli desolanti.
Già al Nord abbiamo potuto constatare come le piogge dilavino le discariche trasportando i rifiuti nei corsi d’acqua di montagna, e come questi poi si accumulino negli invasi creati dalle numerose dighe idroelettriche.
Ciò che tuttavia ci ha sconvolti di più è la condizione in cui si trovano i porti canale e le spiagge nel sud del paese.
Plastica ovunque
Eccetto nei principali centri turistici, dove le spiagge vengono costantemente pulite, si trovano enormi cumuli di rifiuti (per lo più di materiale plastico). I rifiuti vengono scaricati sulle spiagge, evidentemente sperando che il mare “ingoi” tutto. I pescatori stessi abbandonano le reti inutilizzabili e tutti gli scarti sulle spiagge. Gli allevamenti di gamberetti, che sono costituiti da vastissime vasche poco profonde, hanno il fondo rivestito di polietilene che viene periodicamente sostituito ed abbandonato sulle coste.
Consegunze catastrofiche
Il risultato è che tutto è pervaso di rifiuti, e paesaggi, che lasciati al naturale sarebbero stupendi, risultano gravemente deturpati, il che per un paese che vorrebbe sviluppare la propria industria turistica è già abbastanza grave. Ma la cosa peggiore è che, dal momento che in effetti prima o poi, il mare “ingoia” tutto, questi materiali sbriciolandosi finiscono con l’alimentare, ed in modo molto rilevante, l’inquinamento delle acque oceaniche. Senza contare che le reti abbandonate provocano l’annegamento e la morte di molte creature marine.
Ignoranza e incuria
Certamente tali comportamenti sono causati dall’ignoranza e dalla non curanza. Stupisce che un governo ove il partito unico diffonde a mezzo megafono messaggi propagandistici ogni giorno anche nel più piccolo villaggio, non sia in grado di sensibilizzare la popolazione al riguardo di un problema così grave.
Nei centri abitati i rifiuti vengono raccolti ogni giorno. Perché non è mai stato affrontato il problema della plastica? Basterebbe pagare 1c per ogni sacco di materiale portato al centro di raccolta per attivare la popolazione.
Non essendomi passata l’indignazione, quando sono arrivata in Italia ho iniziato a documentarmi per capire come venga riciclata la plastica che diligentemente separiamo dagli altri rifiuti tutti i giorni. E cosa ho scoperto????
UNA SCOPERTA SCIOCCANTE Allora non c'è rimedio?
Ho scoperto (sul sito di Greenpace) che l’Italia (invece di trattarli) esporta migliaia di tonnellate di rifiuti di plastica (che vengono conteggiati tra quelli riciclati) anche verso paesi che non dispongono di impianti di riciclaggio, quali tra gli altri, Yemen, Emirati arabi uniti, Arabia Saudita. Qualcosa mi sfugge… se ci si libera così dei rifiuti di plastica vuol dire che economicamente il riciclo non conviene? Cosa ci hanno raccontato fin ora? A questo punto, piuttosto che abbandonare nell’ambiente materiali pericolosi, non sarebbe meglio un termo-valorizzatore? Mi sento presa in giro. Sto iniziando a perdere la pazienza!