Noi siamo i protagonisti del progetto

“Noi siamo i protagonisti del progetto nel quale condividiamo i nostri contenuti”. 

Partendo da questa affermazione possiamo essere certi che i contenuti che creiamo ogni giorno, e che pubblichiamo, siano nostri? E che abbiamo la libertà di esprimerci al meglio? Ovunque e sempre?

Si e No. Domanda trabocchetto, in quanto ciò che noi produciamo (fotografie e video) è sicuramente di nostra proprietà (diritto intellettuale), ma poi pubblichiamo su piattaforme di altri, e a questo punto dobbiamo stare alle regole dei social network, che hanno regole che molto spesso non conosciamo.

Con l’avvento del WEB abbiamo iniziato a pubblicare con l’idea della “libertà di espressione” ma non abbiamo mai ragionato su dove pubblichiamo, cioè a casa di altri, senza neanche riconoscere a chi ci ospita un compenso. (Normalmente quando andiamo a casa di amici portiamo una bottiglia di vino o una scatola di cioccolatini!)

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Fotografia scattata da Elena Asciutti su mia idea alla Cavallerizza di Torino

Libertà di espressione, sì ma a casa di altri? 

E se loro non sono della nostra opinione? Perché mai dovrebbero (gratis) lasciarci pubblicare centinaia di contenuti non in linea con le loro politiche aziendali, e contro la loro policy? Non lo sappiamo, perché realmente non ci siamo mai informati sulle policy di quel Social, se non nel momento in cui veniamo bannati. E capita sempre più spesso, in quanto le nuove frontiere culturali stanno cambiando, e l’informazione sempre più è gestita da poche persone (che, non per caso) hanno il monopolio dei social. E questo è un rischio enorme per la democrazia.

Pubblichiamo sui soliti social in quanto ci danno (gratis e senza grossi sforzi intellettuali) una buona visibilità, e non teniamo conto che se dovessimo fare tutto noi dovremmo spendere migliaia di ore per connetterci ai potenziali “followers”, e naturalmente spendere soldi per avere degli spazi pubblicitari per farci conoscere. Non sempre essere “veramente bravi” è sufficiente per emergere, anche perché di gente più brava di noi “nel mondo” ce n’é tanta.

Tempo e denaro, che così non spendiamo, ma li spende il Social Network per mantenere la sua struttura sempre aggiornata, e che indirettamente noi paghiamo con la pubblicità che compare sui nostri contenuti, ma anche con le acquisizioni dei nostri dati (mail, informazioni sui nostri usi e acquisti) che possono utilizzare (li abbiamo autorizzati al primo accesso) per venderci qualcosa o per rivendere i dati ad altri che li utilizzeranno per i propri scopi. Quali non lo possiamo sapere.

Ultimamente sto cercando di far comprendere a chi produce contenuti, ed a chi ha un’attività commerciale, l’utilità di crearsi un proprio spazio, e di farlo conoscere indipendentemente ed in “aggiunta” ai Social. Un sito semplice dove lasciare pubblicato il proprio lavoro. Naturalmente per far conoscere e crescere un sito ci vuole del tempo, ma se iniziamo adesso, in un futuro, magari bannati da un social, avremo una nostra storia già pubblicata, un nostro mondo già pubblicato che nessuno potrà disattivare (salvo farlo sparire dai motori di ricerca rendendolo di fatto introvabile). Ma noi non siamo dei complottisti! Vero?

Purtroppo in questi anni moltissimi soffrono di “rassegnazione” e non vedono un futuro in crescita, quindi preferiscono pubblicare le solite immagini e i soliti contenuti sui soliti “social” accontentandosi del Like giornaliero. Una programmazione a lungo termine non è presa in considerazione, in quanto avere un piano editoriale protratto nel tempo richiede fiducia nel domani.

Eppure il costo del dominio è basso, circa 50€ all’anno, e la mail con il proprio “nome e cognome” oppure quello della propria ditta, darebbe lustro alla propria attività, e ci distinguerebbe dalla massa di **@gmail.com che è vero che offre servizi impagabili, ma ci riporta all’ordinario, al non definire con un brand la nostra attività o il nostro lavoro.

Un sito è anche un “biglietto da visita”, in quanto quando parliamo con un “potenziale” cliente non possiamo raccontare “tutto” il nostro lavoro, e lasciare solo un indirizzo Instagram non è così professionale. Un sito web racconta negli anni tutto il nostro lavoro, e attraverso il Blog, la gente può conoscerci più a fondo, ed approfondire la nostra conoscenza anche da remoto. 

Se poi produciamo contenuti interessanti, allora tornerà a visitarci, ed avremo conquistato la sua fiducia.

Però ci vuole tempo e impegno, costanti nel tempo, ma alla fine si hanno dei risultati. Un esempio? Alcune mie foto pubblicate anni fa, e con il tag corretto, ora me le trovo mentre cerco informazioni su persone, o fatti, che ho recensito nel sito. Una soddisfazione? Si, ma  frutto di un lavoro costante.


Meta e NFT

Il Futuro ci portano a Metaverso e il mondo Crypto con gli NFT.

Dobbiamo prepararci all’avvento di Meta, una  rivoluzione, sia tecnica che di comunicazione, che ci travolgerà entro pochi anni, se non già alla fine di quest’anno dove si vedranno le prime “call” e “stanze”. 

Con la parola NFT noi leghiamo il commercio di “strani” quadri da utilizzare nel mondo Internet. In realtà un NFT serve per validare un contratto, di genere molto vario, come di “servizi”.

Provare ad essere “INDIPENDENTI”, avere un proprio spazio privato, da gestire con “LIBERTA’ DI ESPRESSIONE” ci aiuterà ad affrontare le prossime sfide, che sono già in evoluzione.

Ma per questo…… ci risentiamo presto!

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Per l’articolo uscito su ilgiornaleweb.it la foto di copertina era con i modelli: Viviana Morelli e Tommaso Laurenti

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